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Poco più di un secolo fa, quando si tenne l’esposizione universale sul tema dei trasporti a Milano, l’area geografica corrispondente a ciò che viene indicato come Arcipelago malese era costituita politicamente da territori controllati in diverse forme dalle potenze coloniali: Regno Unito per Malesia, Singapore e Brunei, Paesi Bassi per Indonesia e Portogallo per la parte orientale dell’isola di Timor. Come ben si comprende dai testi e dalle immagini dell’epoca, la percezione che allora si aveva di quelle regioni era ammantata di esotico, di leggendari pirati, bellissime donne, pugnali misteriosi e riti magici. Sappiamo che la realtà era ben diversa, con le potenze coloniali più interessate al proprio tornaconto che al destino di quei popoli e preoccupate in qualche modo di giustificare le proprie azioni grazie ad una presunta superiorità civile e culturale europea. In questi cento anni, però, in luogo delle colonie sono nati nuovi Stati, che si sono affermati in misura rilevante nel nuovo panorama politico. La percezione che di essi abbiamo oggi, è ben diversa da quella della prima metà del XX secolo come ben dimostrano i padiglioni dell’Expo 2015 di Milano.
Guido Corradi - docente di geografia presso istituti superiori del turismo e docente a contratto presso l’Università Bicocca di Milano, ha lavorato per anni come docente di cultura indonesiana presso le Civiche Scuole di Lingue Orientali/IsIAO sez. lombarda di Milano. E’ socio del Centro di Cultura Italia-Asia e membro del comitato scientifico della rivista Quaderni Asiatici. Ha pubblicato testi e articoli sull’area indonesiana e ha partecipato a diverse conferenze sul tema.