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Altare votivo Jaina – collezione Ghiringhelli - foto di Marco Briccola
articolo di Vanna Scolari
Altare votivo Jaina in bronzo datato Aprile 1518 dell’era Vikram corrispondente al 1462 a.D. – India – collezione Ghiringhelli
Il Tirthaṃkara è seduto in dhyānāsana (padmāsana o posizione del loto) su un trono sostenuto ai lati da due leoni e al centro da altri due animali non riconoscibili. Ha gli occhi e il Śrīvatsa, in argento e alla base del trono decorazioni in rame e argento.Tutt’intorno gli altri ventitre Jina.
Nella parte posteriore è scritto in sanscrito ciò che segue:
“Di giovedì, il primo giorno della metà oscura del mese di Vaiśākha dell’era Vikram 1518, Meśū, moglie del banchiere Vīkam, appartenente all’illustre famiglia Shrīmāla, insieme a loro figlio, Vīrapāla e sua moglie Harshu e il loro figlio Gelā e altri, l’intera famiglia fece allestire questo altare votivo con rappresentati i ventiquattro Jina e al centro l’illustre Vimalanātha come personaggio centrale. Fu consacrato a Purnima dal Rev. Pasachandra Sūri e dal Rev. Jayachandra Sūri of Bhīmapallī. Fatto da Goshāvā.”
Parte posteriore dell'altare votivo - foto di Gemma D'Alessandro
Commenti:
Ho lasciato i nomi dei Rev. Pasachandra e Jayachandra senza la giusta traslitterazione, come nel testo tradotto in India, contrariamente alle altre parole.
Questi piccoli altari votivi, custoditi nella stanza dedicata alla preghiera (puja) non erano intesi per l’adorazione di divinità personali che elargivano benedizioni o intervenivano nella vita degli uomini, ma di esseri di altissime virtù e senso di rinuncia che costituivano un aiuto nella meditazione, a tenere ben in mente le verità spirituali e una guida nel cammino verso la suprema liberazione.