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stoffa antica di Sandro Forgiarini
testo di Vanna Scolari e Bruno Gentili
Stoffa ricamata del tipo chiamato “Tabing” – Bali - Bellissima nonostante il ricamo centrale sia incompleto. 130x60 cm.
Collezione Sandro Forgiarini
Tessuti balinesi di uso rituale
Fino agli anni ’50-60 del secolo scorso a Bali esisteva l’uso di decorare le case e i templi domestici con diversi tipi di drappi, appositamente decorati con scene sacre, in occasione di momenti rituali importanti per la famiglia e la comunità del villaggio, quali matrimoni, nascite, cremazioni, feste per il nuovo anno, ecc.
Le decorazioni erano ricamate a mano dalle donne di casa, usando colori molto vivaci, ed evocavano prevalentemente figure ed episodi tratti sia dai poemi del Mahabharata e Ramayana, sia da miti e leggende locali di ascendenza pre-hindu.
Durante le feste questi drappi venivano appesi alle colonne, alle pareti e alle grondaie dei tetti dei templi domestici, spesso arricchite con decorazioni vegetali.
Le aree di produzione e uso di questi drappi furono il distretto di Jembaran e la città di Negara nella zona Ovest, il distretto di Buleleng nella zona Nord dell’isola.
Le principali tipologie:
Questi tessuti furono “scoperti” dagli studiosi di tessuti indonesiani intorno alla fine del XX secolo, per cui la bibliografia e gli studi sono ancora scarsi.
L’immagine ricamata su questo Tabing si riferisce a un episodio dell’amatissimo Kakawin Arjunawiwaha – il Matrimonio di Arjuna – :
Arjuna è al centro chiamato “Ardjuno” in balinese. Non è come al solito pronto alla battaglia con il suo famoso arco e frecce, ma è in pieno riposo, a destra e a sinistra due ninfe – Sukorado e Kenderan – che gli offrono dei fiori e, ai lati estremi, due enormi e terribili Naga/Drago.
La scena si riferisce a un episodio del poema in cui si racconta che Arjuna si ritira sul monte Meru per meditare e praticare un ascetismo molto severo. Per metterlo alla prova, gli dei inviano due apsara - ninfe celesti, chiamate Supraba e Tilottima nell’originale giavanese - con l’incarico di sedurlo e distrarlo dalla sua profonda meditazione. Ma Arjuna non si lascia tentare e persiste nella sua pratica ascetica.
Non poteva mancare il naga/drago, il drago serpente che incombe con il suo potere nel bene e nel male su tutto l’Arcipelago indonesiano, signore della fecondità, della vita universale e della reincarnazione, simbolo della vita del profondo, spirito e signore delle acque del mondo sotterraneo, signore del regno dei morti. I due Naga di questa scena potrebbero rappresentare i due grandi serpenti Vasuki e Ananthaboga che riposano sulla grande tartaruga cosmica che sostiene l’isola di Bali.
ARJUNAWIWAHA è un antico poema giavanese composto da Mpu Kanwa durante il regno del re Airlangga, tra il 1019 e il 1042 d.C.
KAKAWIN è la parola usata per designare un antico poema giavanese scritto in “kawi”,il giavanese antico.
Bibliografia:
Vedi anche:
https://museum.cornell.edu/collections/asian-pacific/indonesia/tabing-scene-ramayana
http://sydney.edu.au/heurist/balipaintings/18834.html
Sandro Forgiarini, medico legale, costruttore di coltelli custom, collezionista da oltre 20 anni di kris ed altre lame ed accessori indonesiani, collabora con riviste del settore armiero con numerose pubblicazioni sulle lame orientali e tecniche di costruzione e conservazione tra cui: 'La magia dei kris' (Coltelli- CAFF editrice luglio 2005) ; 'Bali blades' (idem - gennaio2008); ' Il kris, arma e simbolo' ( Armi e munizioni - Ed. Olimpia, febbraio 2010); 'L'attualità del kris' (Diana armi - Gea edizioni, gennaio 2013). Ha pubblicato un manuale sui kris in italiano dal titolo: 'Il mitico kris - conoscerlo e capirlo' (Jouvence editore, luglio 2016).
Vanna Scolari, membro dell'Accademia Ambrosiana Classis Asiatica (area indiana). Già vice-presidente del Centro di cultura Italia-Asia di Milano, ha rivestito dal 1977 al 2001 l’incarico di docente di lingua hindi presso l'Is.I.A.O (Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente). Dal 2001 al 2009 è stata inoltre docente di lingua hindi presso l'Università degli Studi di Milano. Collezionista, studiosa ed esperta di armi bianche orientali, in particolare del kris indonesiano e malese. Su questo tema ha pubblicato vari articoli e tre volumi specialistici. Si è altresì occupata delle maschere del teatro di Bali e dell’influenza del simbolismo indiano in Indonesia.
Bruno Gentili è membro del Consiglio Direttivo del Centro di Cultura Italia-Asia, per il quale ha curato alcune mostre e conferenze presso musei ed istituzioni culturali italiane ed europee. Ha condotto studi di Storia Economica, di Filosofia del ‘900 e di Storia dell’arte italiana. Già consulente aziendale ed ex dirigente d’azienda in una multinazionale, collezionista di antiche testimonianze di arte e di manufatti provenienti da diverse aree del mondo asiatico e africano; appassionato studioso delle culture del Sud Est asiatico e di alcune culture africane.