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Nel passato Ashgabad era una città calda e sonnolenta, polverosa, nascosta dalle frequenti tempeste di sabbia dal deserto del Karakum, dove l’architettura in mattoni crudi rendeva la vita dei suoi abitanti precaria e incerta: alla mercé di terremoti e altre catastrofi naturali. Ashgabad è oggi, al contrario, una città ripulita, ordinata, bianca di luce e cosparsa di riflessi dorati, contraddistinta da palazzi imponenti, scintillanti e singolari, ampie strade, parchi, fontane e tanti alberi. Ashgabat oggi è l’immagine del Turkmenistan che il presidente della Repubblica vuole diffondere e mostrare a tutto il mondo. E’ la rappresentazione di una società che, tuttavia, è silenziosa ed immobile per costrizione e dove tutto sembra che funzioni perfettamente. Infatti, dietro le facciate di cartapesta e i paraventi lucidi e splendenti, dietro le bianche mattonelle degli enormi palazzi e la doratura delle statue, la situazione economica, sociale e culturale è estremamente preoccupante, se non gravissima. L’assenza di libertà personali, l’alto tasso di mortalità infantile, la scomparsa dell’élite intellettuale, la forte emigrazione verso la Turchia e gli altri paesi dell’Asia Centrale nonché le decisioni politiche dittatoriali e le scelte “stravaganti” del Presidente hanno innalzato un alto e possente muro che è chiuso attorno al paese. Un paese dal passato glorioso di storia e splendido di innovazioni culturali ma che oggi appare del tutto isolato, cadente come se si trattasse di un monumento senza fondamenta e timoroso di confrontarsi con le altre nazioni. Ashgabad non è un sogno alle porte del deserto, è una copertura, è un’illusione.
Gian Luca Bonora, nato a Ferrara nel 1971 e laureatosi all'Università di Bologna con una tesi in Paletnologia, ha difeso la tesi di dottorato all'Università di Napoli “L'Orientale” analizzando il vocabolario archeologico delle prime comunità di agricoltori e allevatori del Baluchistan preistorico. Dopo aver insegnato al Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, si è trasferito ad Astana, in Kazakhstan, dove per circa quattro anni ha tenuto in lingua inglese e russa corsi di archeologia e antropologia. Fin da studente è stato membro di numerose Missioni Archeologiche dell'IsMEO, dell'IsIAO e dell'Università di Bologna che hanno operato in Asia e in Arabia, mentre dal 2007 al 2014 è stato Direttore della Missione Archeologica Italiana in Kazakhstan, per conto del Ministero degli Affari Esteri. E' autore di più di cinquanta pubblicazioni in lingua italiana, inglese e russa, fra le quali anche un dizionario multilingue dei termini archeologici (in kazakho, russo, inglese e italiano).