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Con il termine hibakusha, si identificano le vittime dirette e indirette dei due bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki dell'agosto del '45. Oltre al numero impressionante di vittime che persero la vita il giorno stesso o nei giorni immediatamente seguenti, moltissimi si ammalarono a causa dell'esposizione ai raggi termici e vissero un lungo calvario fatto di atroci sofferenze fisiche, ma soprattutto psicologiche: il timore che gli effetti delle radiazioni si protraessero su figli e nipoti portò numerosi hibakusha alla rinuncia di una vita coniugale, alla convivenza con i fantasmi di un passato che li vedeva gli unici superstiti dell'apocalisse. Molti soffrirono problemi economici e finanziari, non essendo più abili al lavoro o comunque non più capaci di condurre una normale esistenza. Ancora oggi gli hibakusha di seconda generazione continuano la lotta dei loro padri.
Susanna Marino, docente di lingua e cultura giapponese presso l'università Milano Bicocca - dipartimento di Scienze per la Formazione, collabora da anni con la casa editrice Zanichelli con pubblicazione nel settore linguistico; è membro del Centro di Cultura Italia-Asia, dell'Aistugia (Associazione Italiana studi giapponesi) e dell'AIDLG (Associazione italiana docenti di lingua giapponese).