Grazie a Vavilov, è stato possibile individuare i centri di origine di numerose piante coltivate. Analizzando la diversità morfo-fisiologica raccolta nelle aree agricole del pianeta, il grande botanico e genetista russo del secolo scorso, fu in grado di formulare una teoria tuttora valida. Il riso (Oryza spp.) ha due grandi aree di origine, una più vasta in Asia, che comprende il sud dell’Himalaya e parti delle pianure a sud della Cina, la seconda in Africa. La coltura del riso, in 8000 anni, dalle origini ad oggi, ha viaggiato molto, si è adattata a numerosi ambienti ed ha ispirato sempre nuove tecniche, nuove ricette, nuove culture. Il riso, il cereale più importante per l’alimentazione umana e il più diffuso, ha dimostrato estrema adattabilità. Pur non essendo una pianta acquatica, viene coltivato in condizioni di sommersione continua, produce anche in condizioni estreme dove l’acqua può raggiungere 3-4 metri di profondità, ma può anche essere coltivato in areali dove l’acqua non è abbondante, in regime di irrigazione turnata. E’ una pianta di origine tropicale, ma oggi largamente diffusa anche nella fascia temperata. Alla variabilità delle tecniche agronomiche, si aggiunge la grande differenziazione delle tecniche di raccolta, di conservazione, di lavorazione del granello e di preparazione dei cibi.