Dal latte, inteso come fluido divino, dipende la complessa ritualità e concezione del numinoso dei Toda, una popolazione di pastori e allevatori di bufali di lingua dravidica, insediati sui monti Nilgiri, nel Tamil Nadu, al confine con il Kerala. I loro templi-latteria rappresentano un unicum in India: qui avviene la zangolatura del latte da parte di un sacerdote. Gli stessi templi sono considerati divinità e l’ufficio del sacerdozio costituisce un rito di passaggio fondamentale per i Toda: nella vita un uomo non è completo se non ha ricoperto almeno una volta questa carica. I templi-latteria e i bufali sono paradigmatici della loro cultura e Leitmotiv di canti e miti cosmogonici e antropogonici singolari. Molte sono le suggestioni che hanno alimentato la fascinazione attorno ai Toda. Sulle loro origini, rimaste in un sostanziale cono d’ombra, si favoleggiò molto, in virtù anche del loro aspetto fisico che li faceva sembrare dei patriarchi biblici e del vestiario che riecheggiava una toga romana. Una sorta di ‘filo di Arianna’ lega i Toda all’Italia, poiché una delle attestazioni più antiche su di loro proviene da un missionario gesuita capuano, Padre Fenicio. Faranno seguito altri viaggiatori italiani, tra i quali: Paolo Mantegazza, pioniere dell’antropologia italiana ottocentesca, che raccolse una rara e poco conosciuta collezione sui Toda e Lidio Cipriani, anticipatore della fotografia antropologica.