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Islamic, Iran (Kashan); Two tiles with fragments of an inscription; early 14th century
Museu Calouste Gulbenkian [From Wikimedia Commons]
articolo di Antonio Pe
Il sistema calligrafico arabo si basa su un complesso di segni grafici che mirano ad esprimere, in un contesto religioso e burocratico, un aspetto estetico esteriore fatto di variazioni di linee verticali e orizzontali e sapienti spazialità, ma spesso esprime la ricerca e la scoperta di un segno-significato nascosto che va oltre la pura estetica, come paradigma di conoscenza esoterica.
ORIGINI DELLA SCRITTURA ARABA
Nel complesso contesto culturale e linguistico del Medio Oriente (scrittura fenicia, ebraica, aramaica nelle sue diramazioni siriaca, palmirena, nabatea ecc.) la scrittura araba si inserisce tardivamente. La sua origine è alquanto controversa. Due sono le ipotesi accreditate:
Prima ipotesi: origine nabatea. I Nabatei occupavano la zona lungo la depressione del mar Morto (Siria e Giordania attuali) e il nord ovest dell’attuale Arabia Saudita. Parlavano una lingua araba, ma si servivano per lo scritto dell’aramaico, la grande lingua commerciale dell’epoca, impiegando come alfabeto una sua variante corsiva. Erano in stretto contatto con le tribù arabe del Hijâz (la fascia ovest della Penisola Arabica che costeggia il Mar Rosso)
Seconda ipotesi: origine siriaca. La scrittura siriaca era diffusa in tutte le zone del Vicino Oriente cristiano in stretto contatto con le popolazioni arabe. A suffragio di questa ipotesi la scrittura araba come quella siriaca è appoggiata sopra una linea ideale di scrittura, mentre le lettere nabatee sono sospese a questa linea ideale.
Anche gli storici arabi a tale proposito non sono univoci. Alcuni raccontano che i poeti arabi della Jâhiliyyah (periodo precedente l’avvento dell’Islâm) scrivevano le loro poesie in scrittura nabatea e le lasciavano appese (muallaqât) alle porte della Kabah.
Balâdhûri (storico arabo morto nel 892) dice che: “tre personaggi di Tay’ si riunirono e modellarono l’alfabeto arabo secondo la maniera siriaca”.
Ibn Khaldûn (storico e filosofo tunisino 1332-1406) dice: “ l’arte di scrivere è passata dai Himariti ai Tubba (Yemen) e da questi alle genti di al-Hirah (sud dell’Iraq) e infine agli abitanti del Hijâz…I Himariti avevano una scrittura chiamata ‘musnad’ (appoggiata) che non poteva essere appresa senza il loro consenso”
Comunque sia, all’inizio del VI della nostra era gli Arabi avevano a disposizione una loro scrittura per scrivere la loro lingua. Questa scrittura derivava da una scrittura aramaica della Siria (o siriaco o nabateo).
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Antonio Pe ha espletato il ruolo di insegnante di lingua e cultura araba alla Civica Scuola di Lingue Orientali (I.s.i.a.o., ex Ismeo) di Milano, docente a contratto di lingua araba presso l’Università Bicocca e all’università Cattolica di Milano, quindi presso l’Università Alma Mater di Bologna.
Nell’ambito dell’insegnamento si è occupato di metodologia didattica e di calligrafia araba.