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Nell’estate del 1947 il subcontinente indiano si divideva in due stati, India e Pakistan, sulla base di due idee di nazione diverse – una confessionale, e l’altra territoriale e storica. L’enfasi sull’identità religiosa , già presente nel movimento nazionalista pakistano, si sarebbe acuita dagli anni ’70, con il diffondersi del “fondamentalismo” islamico e del l’influenza wahhabita, e come conseguenza delle considerazioni geostrategiche dei governanti, volte a unire un paese frammentato sotto il profilo etnico , a proteggerlo dalle mire , reali o presunte, dei paesi circostanti, e a controllare in funzione anti-indiana il territorio afghano. Queste molteplici pressioni avrebbero promosso il diffondersi, attraverso i mass media, la retorica ufficiale e i libri di testo, di un islam esclusivista e intollerante, a spese delle minoranze religiose.
Elisa Giunchi, dopo avere conseguito un M.Phil. in Studi Islamici e un PhD in Storia presso l’Università di Cambridge, ha lavorato per le Nazioni Unite ad Amman (Giordania) come junior programme officer, occupandosi soprattutto di questioni di genere e successivamente ha lavorato per diverse Organizzazioni non governative italiane attive in Asia e in Medio Oriente. Dal 2002 è ricercatrice di Storia e Istituzioni dell’Asia presso la Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano, dove dal 2004 insegna Storia e istituzioni dei paesi islamici. E’ membro del collegio dei docenti del Dottorato in antropologia culturale e sociale presso l’Università degli studi di Milano Bicocca ed è senior research fellow presso l’ISPI, dove coordina il programma Asia meridionale e Iran. Dal 2010 è membro del comitato scientifico del CISIP (Centro italiano di studi sull’Islam politico), e dal 2008 del comitato di esperti di Quaderni Asiatici; in quell’anno è stata socio fondatore dell’associazione Italia-India. Dal 2005 è membro del comitato di redazione di Afriche e orienti.