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Un'esponente di spicco del Centro di Cultura Italia-Asia, Marilia Albanese, ha una parte di rilievo nell'ambito del ciclo “Grandi per Missione”, un progetto della Biblioteca del Pime di Milano, che si propone di evidenziare i risvolti più spiccatamente culturali della storia delle missioni, rivalutando tutte le “imprese” dei missionari generalmente considerate come “collaterali” rispetto all'attività più strettamente missionaria. L'obiettivo è riportare all'attenzione i notevoli lavori sviluppati dai missionari in campo scientifico, storico, linguistico, archeologico, artistico, politico, etnografico, ecc... e l'impulso che tali iniziative hanno dato nell'aprire vie di dialogo e di reciproca comprensione tra culture diverse.
Il programma gennaio-maggio 2015 del ciclo “Grandi per Missione” riveste un particolare interesse poiché è tutto dedicato all'Asia, con la sola eccezione dell'ultimo incontro che focalizza l'attenzione sulla Papua Nuova Guinea.
In particolare, il 5 marzo, Marilia Albanese, Socia iscritta all'Albo d'Onore del Centro di Cultura Italia-Asia, nel corso dell'incontro dedicato alla Cambogia, parla sul tema:
“POL POT E L'OMBRA DEL DIO-RE - L’impero khmer, che tra il IX e il XIV sec. fu la maggiore potenza indocinese, ruotava attorno alla figura del sovrano, arbitro assoluto del destino del Paese e della vita dei suoi abitanti. La portata di tale evento, pur così lontano nella storia, spiega in parte l’insorgere e l’affermarsi di una figura come quella di Pol Pot e lo scatenarsi della tragedia dei Khmer Rossi”.
Interviene al suo fianco p. Alberto Caccaro del Pime, per molti anni missionario in Cambogia e con l'occasione viene presentato il libro CRISTO SUL MEKONG Storia della Chiesa in Cambogia da poco edito da Pimedit il cui autore, François Ponchaud fu testimone oculare dei drammatici fatti di quarant'anni fa, quando“17 aprile 1975, i Khmer Rossi sfilarono vittoriosi nella capitale cambogiana Phnom Penh. In seguito a questo avvenimento, tutto il popolo cambogiano e, con esso, la piccola comunità cristiana entrano inesorabilmente nella notte della croce e della disperazione”.
Gli altri incontri del programma gennaio-maggio 2015 riguardano:
Hong Kong, il 15 gennaio, relatore p. Gianni Criveller, missionario del Pime ad Hong Kong, che traccia un excursus dell'attività dei confratelli che lo hanno preceduto, distinguendosi nel campo delle scienze, della medicina, dell'archeologia, della scuola, della promozione sociale; lo stesso Criveller dedica anche ampio spazio al ruolo dei missionari nell'attuale, delicata situazione socio-politica dell'ex colonia britannica in serrato confronto con il “gigante” della RPC.
il Bangaldesh, il 19 febbraio, relatore p. Francesco Rapacioli, attuale Rettore del Seminario Teologico Internazionale del Pime di Monza, per oltre 15 amnni missionario in Bangladesh, impegnato in prima persona nel difficile dialogo tra culture e religioni; in quegli anni ha improntato la sua presenza proprio all'incontro con i musulmani nella vita quotidiana, nella ricerca di un rispettoso confronto e dialogo. Nel corso della serata illustra la sua esperienza e presenta tre figure di musulmani illuminati del Bangladesh: Prof. Islam, Dr. Baqui, Mr Haque . Si sofferma anche su tre figure di missionari del PIME che hanno lavorato o lavorano nel dialogo interreligioso: P. Corba, p. Buzzi e fr. Beninati e sul movimento "Shalom". Queste esperienze e le figure scelte inducono ad una riflessione molto concreta ed attuale sull'importanza della cultura e del dialogo nella missione in Bangladesh.
La Cina e la sua più autentica tradizione culturale, il 19 marzo, in un incontro con la Fondazione Prospero Intorcetta, impegnata a rivalutare l'opera del gesuita siciliano (1625-1696), che per primo ha iniziato una sistematica traduzione in latino dei classici confuciani, fornendo all'Europa del suo tempo un importante contributo alla conoscenza e alla comprensione dell'animo e del pensiero cinese. Ne parlano Giuseppe Portogallo (Socio del Centro di Cultura Italia-Asia) e Luisa M. Paternicò, presentando le prime tappe realizzate della riedizione critica dell'opera omnia di Prospero Intorcetta. La pubblicazione del Confucius Sinarum Philosophus sive Scientia Sinensis Latine Esposita, a Parigi nel 1687, e il suo immediato successo nei più alti ambienti culturali del XVII secolo, rappresentò il culmine dello sforzo sincretistico tra confucianesimo e cattolicesimo avviato da Matteo Ricci più di un secolo prima, e confermò l’importanza degli studi sinologici a cui i missionari gesuiti si erano dedicati con passione e che gli intellettuali europei avevano accolto con entusiasmo. Nella realizzazione di quest’opera, fondamentale fu il lavoro di traduzione dei classici confuciani ad opera del padre gesuita Prospero Intorcetta (1625-1696). Intorcetta trascorse ben trentasette anni in Cina, fu un grande conoscitore della lingua e della civiltà cinese e il suo lavoro merita oggi di essere riscoperto.
Giappone, il 23 aprile, relatore p. Giampiero Bruni, affronta le sfaccettate problematiche dell'incontro con la cultura e la società giapponesi.
Benché al di fuori dei confini dell'Asia, l'incontro del 7 maggio dedicato alla Papua Nuova Guinea offre altrettanti spunti di interesse. Relatore è p. Giorgio Licini, Direttore del Centro Pime di Milano, per molti anni missionario in quell'area, affiancato da una proiezione di fotografie di Mario Felicetti, che mostrano particolari aspetti etnografici delle isole dell'Oceania.
(Isabella Doniselli Eramo)