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Lo stupa buddhista è, come afferma Adrian Snodgrass, “un caso estremo di simbolismo architettonico: esso non ha uno spazio interno usufruibile; la sua costruzione è di una semplicità essenziale, ovviando così a possibili spiegazioni della sua forma come risultante di necessità funzionali o strutturali. Al contrario, esso esiste unicamente per soddisfare bisogni simbolici e ha chiare referenze metafisiche.” Architettura-monumento edificata a scopi simbolici e cognitivi, lo stupa condensa nelle sue forme, nella sua pianta e nella sua elevazione, una ben definita percezione degli equilibri del mondo, secondo una cosmografia condivisa col pensiero hindu. La sua costruzione è un atto sacrale normato dai testi, che prescrivono gli atti rituali da compiere sia prima, per scegliere il sito, sia durante, per delinearne la forma, che alla conclusione per consacrarlo.