Devanāgarī: l'alfabeto indiano degli dèi

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La devanāgarī, sottinteso lipi , ‘scrittura’, è l’alfabeto indiano più importante; è usato oggi per la hindi, la lingua nazionale dell’India, per vari altri idiomi del subcontinente, e per il sanscrito, la grande lingua classica dell’Asia meridionale. Il nome può tradursi ‘della città degli dèi’, o ‘divino (alfabeto) di città’, e, in accordo con il suo nome, la devanāgarī è in effetti un alfabeto straordinario, perché riesce a riprodurre con precisione eccezionale il ricchissimo sistema fonetico delle lingue che lo adottano - una precisione che diventa rigore assoluto per il sanscrito, dalla tradizione indiana considerato appunto lingua divina. Perfino l’ordine in cui sono elencati i segni si ispira a un sofisticato sistema di classificazione dei suoni: si comincia con le vocali, e si prosegue, in modo scientifico, con le consonanti via via secondo le parti della bocca - o più precisamente, dell’apparato fonatorio umano - maggiormente coinvolte nella loro articolazione. Ma oltre che dotata di accuratezza estrema, la devanāgarī è anche splendida da un punto di vista estetico. Alle spalle ha una lunga storia, che la apparenta con molte scritture dell’Asia, come quelle del Tibet, della Thailandia e della Cambogia, tutte derivate da prototipi indiani.

Data: 
Martedì, 25. Novembre 2014 - 18:30
Sede: 
Museo d'Arte e Scienza, Via Q. Sella 4, Milano
Ciclo: 
Arte della scrittura. Dai segni grafici alla calligrafia
Relatori: 
Cinzia Pieruccini - professore di Indologia e di Storia dell'arte dell'India presso l'Università degli Studi di Milano
Area: 
India