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La Corea del Nord e il suo leader Kim Jong Un sono da anni al centro di un’attenzione mediatica morbosa e pasticciona. Le analisi e i reportage spesso non vanno oltre il gossip o il sentito dire.
Parlare di guerra nucleare, evocare i fantasmi di una possibile Terza Guerra Mondiale, mostrare un leader buffo, impacciato e al tempo stesso spietato sono metodi sicuri per calamitare l’attenzione del pubblico, ma difficilmente risponderanno a semplici domande: perché? Cosa sta accadendo in quel Paese? È vero che si sta preparando alla catastrofe mondiale?
Le risposte a questi dubbi vanno ricercate, oltre che nella storia e quello che essa insegna, anche nella scienza e nella trasformazione economica, politica e sociale in atto in Corea del Nord. A differenza dell’immagine stereotipata di una nazione immobile, anchilosata da un apparato burocratico e politico sclerotizzato, dal 2011 (in realtà ben prima) Pyongyang sta subendo trasformazioni radicali per prepararsi ad affrontare al meglio il futuro. Il programma nucleare, al di là di una prova di forza del regime, si inserisce in questo contesto di cambiamento.
Piergiorgio Pescali - collabora con radio, riviste, quotidiani e network radiotelevisivi in Europa ed in Asia tra cui la CNN, BBC, Radio Vaticana, Rai Radio 3, Avvenire, Il Manifesto, Missioni Consolata.
Sud Est Asiatico, penisola coreana e Giappone sono le zone geografiche che frequenta con più assiduità, anche se non disdegna il Medio Oriente e il Sudtirolo.
In Cambogia, nel corso degli anni Novanta tesse rapporti sempre più frequenti con i Khmer Rossi, riuscendo a incontrare e intervistare i massimi dirigenti del movimento, incluso Pol Pot.
È in Birmania nel 1988 quando Aung San Suu Kyi entra in politica facendole la prima di una lunga serie di interviste che si protraggono ancora oggi. Dato che in Italia il futuro premio Nobel era allora sconosciuta agli esperti del settore, nessuna redazione si disse interessata a pubblicare la sua prima intervista. Continuò (e continua) comunque a frequentare il Paese recandosi anche in zone proibite agli stranieri.
Dal 1996 è regolare visitatore della Corea del Nord e ne testimonia i drastici e veloci cambiamenti che stanno delineando lo sviluppo sociale, politico e economico della nazione asiatica. Non crede alla possibilità di una guerra nucleare e tantomeno alla Terza Guerra Mondiale.
Ha effettuato diversi reportage anche nello Xinjiang, Tibet, Nepal, Afghanistan, Iraq, Iran.
Nel suo girovagare ha perso o si è fatto rubare diversi passaporti, si è fatto espellere dal Myanmar della giunta militare, ed è stato imprigionato in Cambogia e (ingiustamente) in Finlandia.
In Italia ha pubblicato “Indocina”, “Il Custode di Terra Santa – un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa” e “S-21, nella prigione di Pol Pot”. In collaborazione con altri autori ha scritto capitoli di libri sul Myanmar, Corea del Nord, Cambogia.
Nel tempo libero sta scrivendo una biografia di Aung San Suu Kyi, un saggio sulla Corea del Nord e un libro sulla fisica delle particelle al CERN di Ginevra. Da anni sta inoltre cercando di immortalare con la sua macchina fotografica i luoghi della Shoah pur sapendo che sarà arduo portare a termine il lavoro.
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