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Re Chulalongkorn del Siam (fonte Wikimedia Commons)
Articolo di Rosella Morelli
Phra Bat Somdet Phra Poramintharamaha Chulalongkorn Phra Chunla Chom Klao Chao Yu Hua, meglio conosciuto come re Chulalongkorn e Rama V (1853-1910), fu primogenito dei quattro figli della regina consorte Debsirindra e di re Mongkut e quinto re della dinastia Chakri, monarca del regno di Rattanakosin o regno del Siam, divenuto dal 1949 definitivamente e a tutt'oggi Thailandia.
Regnò sul paese dal 1868 quando all'età di soli 15 anni dovette succedere al padre, re Mongkut conosciuto anche come Rama IV, che aveva lasciato tracce profonde nella vita del paese ed era profondamente rispettato per aver aperto alle influenze occidentali senza peraltro sottomettervisi, tanto che il Siam fu l'unico paese del sud est asiatico a non essere colonizzato in un periodo in cui i suoi vicini erano soggetti a presenze straniere. La sua religiosità vissuta in lunghi periodi di vita in monastero come monaco si espresse a livello personale e in alcune riforme della religione di stato, il buddhismo Theravada.
Quando Chulalongkorn assunse il potere al raggiungimento della maggiore età nel 1873 aveva davanti a sé un'importante eredità morale ma gli insegnamenti e la preparazione che il padre aveva dato ai suoi figli lo aiutò a continuare sulla strada tracciata ed affrontare il suo nuovo ruolo di regnante. Fu un re illuminato ed amato e i suoi 42 anni di regno in tempi non sempre facili furono un periodo importante per lo sviluppo del paese.
Amava viaggiare e fu il primo re a viaggiare fuori dal regno in tempi di pace. Fu anche il primo sovrano asiatico a visitare l'Europa nel 1897.
Nel 1871 all'età di soli 18 anni visitò Singapore e Giava con lo scopo di conoscere le moderne tecnologie che i governi coloniali avevano messo in pratica, tecnologie che avrebbe poi potuto introdurre anche in Siam nel suo intento di modernizzare il paese.
Il re ritornò a Giava per altre visite private nel 1896 e 1901. Anche in queste occasioni, come precedentemente, visitò molti centri di produzione di batik e rimase colpito da quest'arte tanto da acquisire pezzi significativi e formare una sua propria collezione di particolare importanza.
Dale Carolyn Gluckman e Sarttarat Muddin, del Queen Sirikit Museum of Textiles di Bangkok, hanno fatto una ricerca sulle varie visite del re e le persone incontrate tra i principati e sultanati dell'isola di Giava, basandosi su note e diari conservati negli Archivi Nazionali della Thailandia.
Ne emerge che il viaggio più lungo fu quello del 1896, dal 25 maggio al 28 luglio, in cui il re visitò Yogyakarta, Surakarta, and Cirebon, tra altre città. Fu durante questo viaggio che acquistò la maggior parte delle opere la cui totalità, 307 pezzi, furono immagazzinati dal 1910, anno della sua morte ad oggi, nel Treasury of the Inner Court of the Grand Palace. Nel 1897 alcuni dei batik di sua maestà furono brevemente mostrati in Bangkok ma nessuno da allora è stato esposto al pubblico.
Per questo la mostra attualmente in corso ”A Royal Treasure: The Javanese Batik Collection of King Chulalongkorn of Siam” nel Queen Sirikit Museum of Textiles nel Grand Palace di Bangkok è un evento veramente straordinario.
La collezione del re Chulalongkorn rappresenta una importante testimonianza del batik giavanese del XIX secolo. Alcuni pezzi, debitamente inventariati con targhette e informazioni su dettagli, come luogo di origine, tipo di motivo e prezzo, ne offrono una documentazione eccezionalmente rara e di grande valore storico.
I tessuti esposti presentano gli stili dei principati del centro di Giava e gli stili multiculturali della Costa Nord ma la collezione include anche rari esempi da West Giava. I pezzi dei principati della parte centrale, Yogyakarta e Surakarta, affascinano per tonalità specifiche di blu e marrone ed addirittura alcuni motivi segreti, riservati alla nobiltà. Provengono da Cipedes (ora incorporato in Tasikmalaya) diversi pezzi particolarmente rari, una volta famosi per un tipico rosso intenso che non è stato più prodotto per oltre 50 anni.
Quarantasette degli esemplari provengono da un laboratorio di Yogyakarta su cui ha fatto ricerche la Dr. Sandra Niessen. Le proprietarie, madre e figlia tutte e due con lo stesso nome, Wilhelmina Frederika van Lawick van Pabst, “condussero il laboratorio che diventò il più prospero ed affermato della fine del XIX secolo. I loro prodotti, estremamente cari, erano famosi ai loro tempi per la straordinaria fattura e il fondere motivi tradizionali di corte e disegni di ispirazione europea, tanto che i loro tessuti contribuirono all'interesse per il batik come forma d'arte in Europa durante i primi anni del XX secolo”.
Nel periodo della mostra che durerà fino a maggio 2021 verranno esibiti 130 pezzi con tre rotazioni di 34-40 pezzi alla volta. Una bella presentazione della collezione e dell'esposizione appare nell'articolo “A Royal Treasure” del Bangkok post del 24 febbraio 2020 in cui si presentano vari aspetti della mostra, che ha assunto sempre maggior rilievo e apprezzamento in questi giorni, con una bella sequenza di foto che meglio rappresentano la ricchezza di tessuti e decori. Informazioni dettagliate su altri interessanti aspetti fanno sì che questo sia un articolo particolarmente interessante di cui consigliamo vivamente la lettura.
Fonti