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articolo di Rosella Morelli
Vivere e viaggiare in Myanmar è stata un'esperienza importante sotto vari aspetti: interessata da tempo a tessuti etnici, Myanmar mi offriva un'affascinante varietà di proposte e una straordinaria ricchezza di espressioni tessili, collegate ai costumi di più di centotrenta gruppi etnici presenti nel paese.
Per la relativa chiusura a influenze esterne e una fedele osservanza delle tradizioni in Myanmar permaneva la varietà dei costumi caratteristici del luogo di provenienza e di diverse regioni, anche se a predominare era il costume della comunità prevalente dei Bamar considerato costume nazionale. Per la strada, nei mercati, negli uffici uomini e donne giravano con longyi e camicia che donava a tutti sveltezza e una grande eleganza. Diventava familiare il gesto per annodarsi il longyi, gesto diverso da uomo e donna che usano fissarlo in modo differente. Vivendo nel paese l'ho indossato spesso anch'io per comodità e sapendo di fare cosa gradita a colleghi e amici. Cosi è iniziata una collezione spontanea di longyi di vario tipo: alcuni mi furono donati, altri li ho trovati al mercato e spesso durante visite di lavoro cercavo di visitare i laboratori impegnati nella loro produzione come nello stato Shan, Chin, Kayah o ad Amarapura.
Ora, con l'apertura del paese, l'aumento del turismo e importazioni da India e Cina si assiste a una profonda trasformazione del costume tradizionale tanto più che recentemente e specie nelle aree urbane l'ansia dei giovani di provare nuove esperienze e di assimilarsi ai loro coetanei dei paesi vicini, con usi e mode un tempo preclusi nel paese, fa sì che sempre più frequentemente i giovani adottino l'abito occidentale con gonne e pantaloni in varianti legate alla loro fantasia e al desiderio di modernizzazione.