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Presentazione del libro "Da Hiroshima a Fukushima - il Giappone l'incubo nucleare" di Susanna Marino e Stefano Vecchia.
Unico paese al mondo ad avere subito un bombardamento atomico, nel dopoguerra il Giappone ha fatto del disarmo nucleare e del pacifismo una bandiera, senza però rinunciare, e anzi ponendolo al centro delle proprie strategie di crescita, all’utilizzo massiccio dell’atomo per scopi energetici.
D’altra parte, il gioco delle alleanze e le sue necessità difensive l’hanno portato sotto “l’ombrello” atomico strategico statunitense e in anni recenti a mettere in discussione il rifiuto della guerra. Così, tra difficili mediazioni, il Giappone ha cercato di esorcizzare l’olocausto nucleare e di venire a compromessi con il suo passato e le sue necessità.
Fino a quando l’avaria dei reattori di Fukushima ha riproposto con forza al Paese del Sol Levante paure e contraddizioni.
Un dialogo tra memorie del passato, esigenze del presente e paure future.
“Le bombe atomiche sganciate 75 anni fa sono uno spettro che alita anzitutto sulle coscienze dei giapponesi, ma anche dell’intera umanità”. La crisi dei reattori nucleari di Fukushima, ha fatto emergere i limiti delle capacità tecnologiche e pone domande sull’uso dell’energia nucleare.