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Nella scrittura cinese, l’unica esistente interamente ideografica, i segni grafici esprimono le diverse sfumature del pensiero popolare con l’uso di immagini che concorrono a delineare il valore semantico delle parole in modo figurato. Esistono così i caratteri per così dire ‘al femminile’, che hanno come parte integrante la ‘donna’ 女 nü per identificare parole il cui senso attiene a situazioni che hanno le donne come protagoniste, è il caso del grafema 妒 dù,invidia, gelosia,in cui si configura una donna sulla porta di casa aperta. Mentre nell’ideogramma 姗 shān, lento, lentezza, il senso viene reso dall’immagine della donna accanto a due piedi vicini e fasciati, memoria dell’antica pratica della fasciatura dei piedi delle bambine. Parimenti esistono i caratteri ‘al maschile’, integrati dal grafema 力 lì, forza, come nella parola男 nán, maschio, connotata dall’immagine della forza che sostiene il 田 tián, campo, laddove l’attività rurale è ascritta di diritto alla forza maschile. Così pure esistono parole che hanno come elemento connotante il grafema子 zì, bambino, come in 学 xué, studiare, dove, nella versione non semplificata del carattere, un bambino sotto una pila di rotoli configura il senso dello studio. Non mancano i neologismi dell’ultima ora, formati da uno o più grafemi, che raffigurano l’immagine di ciò che si vuole rendere: il 电脑 diàn náo, elettricità-cervello, non può che raffigurare il computer, a cui si aggiunge una serie di composti varianti che configurano l’intero universo informatico. Scrittura quindi quanto mai attuale e mediatica a dispetto della sua origine millenaria.